Nacque nel 1509 a Cosenza dove rimase per circa un decennio. Dal 1518, infatti, seguì suo zio Antonio, grande umanista e intellettuale, prima a Milano e poi a Roma dove, nel 1527, fu prigioniero delle truppe responsabili del sacco di Roma per circa due mesi. Dopo poco, Antonio Telesio si dovette trasferire a Venezia per lavoro e Bernardino lo seguì, studiando matematica, ottica, medicina e filosofia presso l’Università di Padova, dove era predominante la corrente alessandrista dell’aristotelismo. Una volta lasciata Padova, si ritirò in un convento benedettino per dedicarsi alla ricerca e alla meditazione. Nel 1553 a Cosenza, sposò Diana Sersale che, però, morì pochi anni dopo, lasciando a Telesio la cura dei quattro figli. Si occupò di dare nuovo impulso all’Accademia cosentina, riuscendo a modificarne le correnti letterarie e filosofiche. Nel 1564, declinò l’offerta di Pio IV di diventare arcivescovo di Cosenza, in favore del fratello. Nel 1565, pubblicò a Roma i primi due libri della sua opera principale, il De rerum natura iuxta propria principia. Nel 1570, li ristampò a Napoli e sempre a Napoli, nel 1586, venne pubblicata l’opera completa in nove volumi. Tenne varie conversazioni attorno al De rerum natura, prima a Roma e poi a Napoli. L’ultima parte della sua vita, benché costellata da un crescente successo, è stata segnata dall’assassinio del primogenito Prospero (1576). Telesio morì a Cosenza nel 1588. Il De rerum natura, assieme al Quod animal universum e al De somno, venne incluso nell’Indice dei libri proibiti e il nome di Telesio fu eliminato dall’Indice soltanto nel 1990. Il pensiero di Telesio muove dell’aristotelismo ma se ne distacca soprattutto in merito alla dottrina degli elementi e del moto, sostenendo invece l’importanza della sensibilità come fonte esclusiva di ogni conoscenza. Proprio in virtù di ciò, Telesio intitolò la sua opera iuxta propria principia: la natura agisce costantemente secondo principi interni alla natura stessa. L’omogeneità della natura è divina e la possibilità di conoscenza dell’uomo deriva dalla capacità di cogliere le forme del divenire naturale. Telesio è considerato da molti studiosi ed intellettuali come il “primo dei filosofi moderni” perché ha segnato un momento di forte cambiamento nel panorama filosofico del tardo Rinascimento.
Telesio scrisse le sue opere quasi esclusivamente in latino, per cui, secondo i criteri generali che abbiamo individuato [link] non sarebbe dovuto rientrare nel compendio. Tuttavia, l’importanza storica di Telesio, come abbiamo già accennato, è essenziale per la filosofia moderna e, inoltre, il cosentino ebbe una grande influenza su scrittori come Bruno, Campanella e Machiavelli. Per queste ragioni, si è reputato necessario includere la sua opera maestra il De rerum natura iuxta propria principia.
Dalle ricerche svolte, è risultato che vi sono alcune traduzioni integrali dell’opera soltanto in spagnolo e tedesco e alcune traduzioni parziali di estratti in inglese e tedesco. Altrettanto rara è la diffusione a livello globale; si riscontrano infatti poco più di venti Paesi che posseggono le opere tradotte di Telesio.
Bibliografia
Campa R., (2019), Il convivio linguistico. Riflessioni sul ruolo dell’italiano nel mondo contemporaneo, Carocci, Roma.
Giglioni, G. (2010). The first of the moderns or the last of the ancients? Bernardino Telesio on nature and sentience. Bruniana & campanelliana, 69-87.
Telesio, B., Treccani (o.l.) (consultato il 14/10/2020).
Van Deusen, N. C. (1932). Telesio: the First of the Moderns, New York, Columbia university.